lunedì 31 dicembre 2012




La magia e le emozioni nelle ceramiche e nelle terre cotte di Eduardo Herrera.




In questi giorni di feste, può succedere di desiderare una fuga nei piccoli paesi dell'interland Bolognese, in compagnia di amici e insieme ai bambini, finalmente liberi da impegni scolastici, per respirare un'aria diversa, con tempi finalmente dilatati, gustando una cioccolata in tazza, magari con panna, in un caldo e accogliente bar o meglio ancora in una  pasticceria di uno di questi vecchi borghi assonnati.
E se durante uno di questi tour, vi capitasse di passare nei pressi di Molinella, presso la galleria l'Arte, via Mazzini 160, potete entrare e dare uno sguardo alle opere di uno degli artisti che espongono, l'argentino Eduardo Herrera che crea, con ceramica e terra cotta, oggetti spesso legati a ricordi della sua infanzia e della cultura sciamanica del suo paese e ad immagini scivolate fuori da esperienze oniriche.

Se volete saperne di più :  
 www.eduardoherrera.com




















lunedì 10 dicembre 2012


Il sacro rito della semina del grano


Dopo aver a lungo e dettagliatamente studiato, sui sacri testi, il modo per seminare un campo a grano, con semi biologici e con tutti gli accorgimenti ed i riguardi della semina naturale  di Masanobu Fukuoka che praticava la filosofia del "non fare", del "lasciar fare", "  ...  i contadini non producono il cibo della vita. Soltanto la natura ha la capacità di creare qualcosa dal nulla e gli agricoltori possono esclusivamente farle da assistenti..."  Giovanni e Marco hanno fissato la data fatidica per il 23 di ottobre scorso:  appuntamento per tutti coloro che erano coinvolti in questo evento, anche se con compiti assai diversi, per le nove e trenta sul campo.

Il clima piacevole, caldo e sole come in una splendida giornata di fine settembre, rendeva gli animi allegri e ben disposti;  arrivando sul vialetto che conduceva ai campi già  Alessio e Roberto  erano impegnati nella raccolta delle ghiande che avrebbero dovuto seminare a lato del campo come da disposizione di Giovanni  e secondo il principio di Fukuoka, che biodiversità  è ricchezza;  più’ avanti il gruppetto degli addetti ai lavori, Giovanni, Marco e Mohammed stavano ancora accordandosi su come procedere.







 Ci siamo aggregati con le macchine fotografiche a tracolla perché non era certo possibile perdere un avvenimento di quella portata.
Eccoci finalmente giunti sul campo di erba medica destinato alla semina del prezioso grano; ci hanno spiegato che il programma era di sperimentare due diversi tipi di semina :  si sarebbe seminato tra l’erba  alta circa trenta centimetri  e dopo la semina, in una metà soltanto  del campo si sarebbe tagliata l’erba  in modo che lo sfalcio proteggesse i chicchi di grano dalle incursioni degli uccelli.

 Marco e Mohammed cercavano di fare amicizia con una seminatrice che poteva avere quasi un secolo di vita, mentre Giovanni sorvegliava i lavori con la stessa emozione di un padre che attende fuori dalla sala parto la nascita del suo primogenito.






Quando la seminatrice è stata riempita e Marco e Mohammed sono partiti, io, Raffaella, Luisa e Angelo, che ci aveva nel frattempo raggiunto, abbiamo cercato di immortalare da tutte le angolazioni possibili questo rito che si stava svolgendo davanti ai nostri occhi curiosi.
Tutto si ripeteva uguale, un giro di campo fino a ripassare davanti a noi e poi di nuovo i seminatori si allontanavano per poi ritornare da noi , riempiendo nuovamente la seminatrice quando i semi stavano per finire.





Giovanni controllava che i sacchi di grano potessero bastare per tutto il campo e sorvegliava a distanza il percorso dei due seminatori che camminando tra l’erba medica, ancora irrorata dalla brina mattutina, erano  inzuppati fino alle ginocchia, ma cantavano e ridevano, per l’entusiasmo di  questa avventura strana che stavano vivendo.
Come programmato in precedenza, al termine della semina, a turno Mohammed e Marco hanno proceduto al taglio di circa metà del campo…….a questo punto il lavoro più grosso era fatto.






Mi sono distratto un attimo a guardare il sole che da dietro  un pioppo creava giochi di luce con le foglie che vibravano mosse da una leggerissima brezza …... e quando mi sono girato nuovamente verso il campo ho visto una scena che non ho subito capito : Giovanni era in ginocchio tra l’erba e sembrava che si avvicinasse con la testa alla terra e io ho pensato che la stesse religiosamente ringraziando per aver accolto la semina, ma poi mi sono reso conto che in realtà stava controllando lo stato dei suoi semi, se erano caduti in quantità sufficiente e se lo sfalcio di erba medica assolveva al suo compito di protezione.


















Era il momento di seminare, ai bordi del terreno  le ghiande e Alessio e Roberto, che le avevano raccolte con cura, con altrettanta attenzione e assai compresi nel  loro ruolo, le hanno distribuite con precisione lungo tutto il lato lungo.












 Finita anche questa operazione, Giovanni ci ha chiesto di trasferirci in un’altra zona dove crescevano enormi cespugli di rosa canina per raccogliere le rosse coccole che sotto il sole brillavano come corallo.






 Con l’allegria che la giornata ci aveva donato, ancora scaldati dagli ultimi raggi di sole, ci siamo avviati a piedi dietro la jeep rossa di Giovanni che ci indicava il luogo della raccolta e scherzando su tutti gli avvenimenti delle ore precedenti, in poco tempo abbiamo riempito due ceste di coccole e ritornando al campo della semina, mentre il sole scendeva alle nostre spalle, eravamo soddisfatti di quella giornata e vivevamo già nell’attesa che i semi gettati nella terra iniziassero il loro percorso verso una nuova vita.




Di nuovo Alessio e Roberto hanno avuto il compito di distribuire le coccole lungo il bordo del campo seminato e anche questa volta sono stati precisi e attenti.
Per quel giorno il lavoro era finito e radunati tutti gli attrezzi intorno alla jeep di Giovanni siamo rimasti a chiacchierare piacevolmente come fosse difficile separarci dopo aver condiviso le tappe di un rito sacro.

Infine siamo riusciti a salutarci e ad avviarci ognuno verso l’auto, mentre il sole spariva ormai dietro l’orizzonte e sono certo che anche lui aveva partecipato e illuminato con grande gioia i  gesti rituali dei seminatori.